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Memorial Carloni 2002
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Premessa Il costruire mosche artificiali si discosta da questi due cliché proposti dalla società. Ci permette contemporaneamente di creare qualcosa di utile (per noi) e di passare piacevolmente qualche ora. Come si suol dire unisce “l’utile al dilettevole”. Molti moschisti sono però poco disposti a mettersi al morsetto, non tanto per l’attività in se stessa, ma piuttosto per la taglia degli artificiali che siamo ormai soliti realizzare: tanto piccoli da perderci gli occhi.
Le
mosche sul 14 rimangono nelle nostre scatole inutilizzate per anni, quelle sul
16 sempre più raramente toccano l’acqua, mentre ormai è luogo comune pensare
che se si vuole catturare qualche pesce
occorre
appendere al finale qualcosa di microscopico. Anch’io non sono esente da
questa mania: un giorno ho legato al finale una mosca tanto piccola che l’ho
asciugata ed ingrassata un paio di volte prima di accorgermi che in realtà
l'avevo persa al primo lancio.
Non
solo sono antipatiche da costruire ma diventano invisibili in acqua e dopo un
paio di catture non ne vogliono più sapere di stare a galla. Sulle minuscole
mosche secche, questi piccoli esseri microscopici che non vogliono galleggiare
ci vorrei scrivere un libro: "L'insostenibile leggerezza dell'essere".
Peccato che qualcuno mi abbia già rubato il titolo!
Ma
proprio per superare questa indolenza costruttiva abbiamo deciso quest’anno di
utilizzare come modello per il nostro incontro di costruzione un insetto di
buone dimensioni ed il tema è stato reso noto per tempo, consentendo ai
partecipanti di portarsi solo il minimo necessario.
Il
tema
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Ninfa: si tratta di una ninfa piatta, di colore grigio biancastro, dotata di zampe robuste e molto evidenti, atte ad ancorarla alle rocce nelle acque turbolente che è solita abitare. La forma generale è quantomeno strana e si assomiglia a ben pochi altri insetti. Per avvicinarci all’originale occorrerebbe dargli una forma piatta, pelosa (ad imitazione delle tracheobranchie evidenti), con un grossa testa, ed appesantirla col piombo per farla scendere a contatto del fondo. Per capirci, la miglior imitazione che abbia mai visto è l’essere, ancora in fase embrionale, che nel film “ALIEN” fuoriesce dalla pancia dellesue vittime. Bava a parte. | ||||
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Dun:
vista da vicino è leggermente grigiastra, ma l’impressione generale
di colore che trasmette è il bianco. Bianco-bianco. Sull’acqua è abbastanza
instabile e dalla mia esperienza ho notato che i
pesci,
mentre la predano in fase emergente, diventano estremamente selettivi e
rifiutano quasi tutte le imitazioni, ma se la ghermiscono in fase di drift,
quando questi insetti tentando di asciugare le ali si agitano e spesso si
ribaltano in acqua, si dimostrano più vulnerabili alle nostre imitazioni,
soprattutto se completamente sospese sopra la pellicola superficiale. |
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DUN/EMERGENTE |
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Autore: D. Bonini | ||||
Amo: 12 da secca | ||||
Filo: nero | ||||
Coda: punta di piuma di gallo chiaro | ||||
Anellatura: filo di montaggio giallo 3/0 | ||||
Addome: dubbing di CDC | ||||
Torace: pelo di opossum grigio scuro | ||||
Ali: due piume di CDC naturale | ||||
Montaggio: fissare la punta della piuma di gallo assieme ad uno spezzone di filo di montaggio giallo. Creare il torace montando ad asola l'opossum ed avvolgendo il filo giallo per creare l'inanellatura. Fissare due piumette di CDC ribaltandole su se stesse a formare un occhiello. Creare un dubbing di CDC, sempre ad asola, e avvolgerlo attorno alle due piumette per aggiustare la popsizione e creare l'addome. Fissare l'asola | ||||
Spent: l’adulto, disponendo di zampette atrofizzate, svolge la sua brevissima esistenza tutta in volo. Qui compie la trasformazione da sub-imago ad imago, si accoppia e poi cade agonizzante in acqua. Per sapere se possedete, per questo stadio, la giusta imitazione è semplice, anzi di solito siete in grado di realizzarlo anche prima di essere arrivati al fiume. E’ sufficiente durante il viaggio in auto confrontare gli artificiali dentro le vostre scatole con le effimere spiaccicate sul parabrezza. | ||||
SPENT |
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Autore: F. Turroni | ||||
Amo:13 tiemco 103BL | ||||
Filo: nocciola | ||||
Code: gallopardo chiaro | ||||
Addome: quill di aquila chiaro | ||||
Torace: dubbinb di foca crema | ||||
Ali: strisciolina sintetica | ||||
Montaggio: realizzate le code con le fibre di gallopardo disposte a raggiera. bloccate nello stesso punto un quill chiaro di penna d'aquila avendo l'accortezza di fermarlo per la base. Create un sottocorpo conico ed avvolgete il quill. Prendete una strisciolina di materiale sintetico trasparente e tenendolo bloccato fra le dita ruotatelo per qualche giro come fosse una caramella. Se avete fatto un buon lavoro dovrà uscirne una farfallina. Legatelo a 3/4 del gambo dell'amo e poi con giri di dubbing incrociato realizzate il torace dell'imitazione. Tagliate le ali alla giusta lunghezza. | ||||
La
gara La partecipazione è stata modesta, solo sei soci si sono cimentati nell’impresa. E’ qui utile ribadire che questa manifestazione non serve ad eleggere il più bravo ma a far crescere tutti i partecipanti tramite l’interscambio naturale che esiste in queste serate. Chi teme di non essere all’altezza spero che guardando la qualità delle realizzazioni si convinca che è alla portata di tutti. Mentre i giurati si riunivano per deliberare, a tutti i presenti, per ingannare l'attesa è stato offerto un piccolo rinfresco. |
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FOTO DELLA SERATA