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Memorial Carloni 2002

Quarta edizione della gara di costruzione

 

  Premessa - Ormai non siamo più abituati a realizzare qualcosa con le nostre mani. Il consumismo esasperato ci scodella già pronto quello che prima dovevamo fare a mano; oppure ci propone di fare a mano quello che prima si poteva acquistare già pronto. Del resto il tempo che ci rimane dovremo pure impiegarlo in qualche maniera; anche se la cosa più aberrante l'ho vista in un negozio di modellismo, un veliero nella bottiglia. Il veliero era precostruito, in plastica, anche la bottiglia era in plastica col fondo svitabile da cui si poteva agevolmente inserire il modellino. Mi parve una scoperta allucinante: il passatempo con il tempo già passato. Come comprare la settimana enigmistica con gli schemi già compilati.

Il costruire mosche artificiali si discosta da questi due cliché proposti dalla società. Ci permette contemporaneamente di creare qualcosa di utile (per noi) e di passare piacevolmente qualche ora. Come si suol dire unisce “l’utile al dilettevole”. Molti moschisti sono però poco disposti a mettersi al morsetto, non tanto per l’attività in se stessa, ma piuttosto per la taglia degli artificiali che siamo ormai soliti realizzare: tanto piccoli da perderci gli occhi.

 Le mosche sul 14 rimangono nelle nostre scatole inutilizzate per anni, quelle sul 16 sempre più raramente toccano l’acqua, mentre ormai è luogo comune pensare che se si vuole catturare qualche pesce occorre appendere al finale qualcosa di microscopico. Anch’io non sono esente da questa mania: un giorno ho legato al finale una mosca tanto piccola che l’ho asciugata ed ingrassata un paio di volte prima di accorgermi che in realtà l'avevo persa al primo lancio.

Non solo sono antipatiche da costruire ma diventano invisibili in acqua e dopo un paio di catture non ne vogliono più sapere di stare a galla. Sulle minuscole mosche secche, questi piccoli esseri microscopici che non vogliono galleggiare ci vorrei scrivere un libro: "L'insostenibile leggerezza dell'essere". Peccato che qualcuno mi abbia già rubato il titolo!

Ma proprio per superare questa indolenza costruttiva abbiamo deciso quest’anno di utilizzare come modello per il nostro incontro di costruzione un insetto di buone dimensioni ed il tema è stato reso noto per tempo, consentendo ai partecipanti di portarsi solo il minimo necessario.

Il tema  - L’insetto da imitare èra l’ Oligoneuriella Rhenana, questo insetto è di taglia medio grande (amo 10-12) di colore chiaro e popola i fiumi del centro-sud Italia. E’ presente con buone schiuse nel fiume Volturno tanto da diventarne l’insetto dominante e focalizzare da Giugno a Settembre l’interesse delle trote. Vista quindi la sempre maggior curiosità che questo fiume suscita nei pescatori,   non è stato un semplice esercizio di stile, ma un buon banco di prova per la prossima stagione di pesca. I tre artificiali da costruire dovevano rappresentare i tre stadi più significativi: ninfa, dun e spent. Di seguito vi allego qualche considerazione aggiuntiva.

 

  Ninfa: si tratta di una ninfa piatta, di colore grigio biancastro, dotata di zampe robuste e molto evidenti, atte ad ancorarla alle rocce nelle acque turbolente che è solita abitare. La forma generale è quantomeno strana e si assomiglia a ben pochi altri insetti. Per avvicinarci all’originale occorrerebbe dargli una forma piatta, pelosa (ad imitazione delle tracheobranchie evidenti), con un grossa testa, ed appesantirla col piombo per farla scendere a contatto del fondo. Per capirci, la miglior imitazione che abbia mai visto è l’essere, ancora in fase embrionale, che nel film “ALIEN” fuoriesce dalla pancia dellesue vittime. Bava a parte.
         
  NINFA
  Autore: M.Mularo  
  Amo:12  
  Addome: sottocorpo in poly, strisciolina di gomma
  Torace: Poly color panna  
  Sacca alare: coda di fagiano argentato
  Zampe: piume di petto di germano
  Code: tre peli d'alce  
  Testa: filo di montaggio  
  Montaggio: Appesantire il gambo dell'amo con qualche spira di piombo. Fissare tre peli d'alce come code e nello stesso punto una strIsciolina di lattice (buona quella dei guanti usa e getta). Realizzare il sottocorpo in poly chiaro e ricoprire con avvolgimenti di lattice. A 3/4 del gambo dell'amo si fissano le fibre di fagiano e la piuma di germano avendo l'accortezza di incollare le fibre due a due per imitare le zampe dell'insetto. Realizzare il torace con il poly e ribaltando in avanti il germano ed il fagiano realizzare zampe e sacca alare.
     
  Dun: vista da vicino è leggermente grigiastra, ma l’impressione generale di colore che trasmette è il bianco. Bianco-bianco. Sull’acqua è abbastanza instabile e dalla mia esperienza ho notato che i pesci, mentre la predano in fase emergente, diventano estremamente selettivi e rifiutano quasi tutte le imitazioni, ma se la ghermiscono in fase di drift, quando questi insetti tentando di asciugare le ali si agitano e spesso si ribaltano in acqua, si dimostrano più vulnerabili alle nostre imitazioni, soprattutto se completamente sospese sopra la pellicola superficiale.  
   
 

DUN/EMERGENTE

  Autore: D. Bonini  
  Amo: 12 da secca  
  Filo: nero  
  Coda: punta di piuma di gallo chiaro
  Anellatura: filo di montaggio giallo 3/0
  Addome: dubbing di CDC
  Torace: pelo di opossum grigio scuro
  Ali: due piume di CDC naturale
  Montaggio: fissare la punta della piuma di gallo assieme ad uno spezzone di filo di montaggio giallo. Creare il torace montando ad asola l'opossum ed avvolgendo il filo giallo per creare l'inanellatura. Fissare due piumette di CDC ribaltandole su se stesse a formare un occhiello. Creare un dubbing di CDC, sempre ad asola, e avvolgerlo attorno alle due piumette per aggiustare la popsizione e creare l'addome. Fissare l'asola
     
  Spent: l’adulto, disponendo di zampette atrofizzate, svolge la sua brevissima esistenza  tutta in volo. Qui compie la trasformazione da sub-imago ad imago, si accoppia e poi cade agonizzante in acqua. Per sapere se possedete, per questo stadio, la giusta imitazione è semplice, anzi di solito siete in grado di realizzarlo anche prima di essere arrivati al fiume. E’ sufficiente durante il viaggio in auto confrontare gli artificiali dentro le vostre scatole con le effimere spiaccicate sul parabrezza.
     
  SPENT
  Autore: F. Turroni  
  Amo:13 tiemco 103BL  
  Filo: nocciola  
  Code: gallopardo chiaro  
  Addome: quill di aquila chiaro
  Torace: dubbinb di foca crema
  Ali: strisciolina sintetica  
  Montaggio: realizzate le code con le fibre di gallopardo disposte a raggiera. bloccate nello stesso punto un quill chiaro di penna d'aquila avendo l'accortezza di fermarlo per la base. Create un sottocorpo conico ed avvolgete il quill. Prendete una strisciolina di materiale sintetico trasparente e tenendolo bloccato fra le dita ruotatelo per qualche giro come fosse una caramella. Se avete fatto un buon lavoro dovrà uscirne una farfallina. Legatelo a 3/4 del gambo dell'amo e poi con giri di dubbing incrociato realizzate il torace dell'imitazione. Tagliate le ali alla giusta lunghezza.
       
       
  La gara
La partecipazione è stata modesta, solo sei soci si sono cimentati nell’impresa. E’ qui utile ribadire che questa manifestazione non serve ad eleggere il più bravo ma a far crescere tutti i partecipanti tramite l’interscambio naturale che esiste in queste serate. Chi teme di non essere all’altezza spero che guardando la qualità delle realizzazioni si convinca che è alla portata di tutti. Mentre i giurati si riunivano per deliberare, a tutti i presenti, per ingannare l'attesa è stato offerto un piccolo rinfresco.
       

FOTO DELLA SERATA

 Bonini e Cesaletti

Marco Mularo

 

Fabrizio Turroni

Beppe cesaletti