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Da qualche anno la pesca a mosca è
entrata come un uragano nella mia vita, impossessandosi ti quasi tutto il mio
tempo libero che, per fortuna, ultimamente è tanto. Vedo meno i vecchi amici,
suono meno le percussioni, non faccio più viaggi nel mio amato oriente e,
peggio di tutto, non provo neanche a disintossicarmi: mi piace troppo.
L’eccitazione che provo di sera, mentre costruendo mosche e finali mi immagino
immerso in un fiume con l’acqua che mi scorre attorno, è la stessa che provavo
qualche anno fa nell’imminenza della partenza per l’India con la prospettiva
di passare mesi fuori con amici stranieri, santoni, maestri di musica, o
bighellonare per templi e spiagge.

Spesso ho intrapreso questi lunghi viaggi
da solo e, proprio per questo, trovandomi quest’anno nella medesima
situazione, non mi ha certo impensierito farlo anche per la pesca. Diciotto
giorni con “Ciccio” il mio camper a spasso per Bosnia, Croazia e Slovenia. Mi
piace abbinare Camper e Pesca. E’ una scelta che dà il massimo di libertà ed
anche un certo risparmio economico. Tutto è a portata di mano: dormi nel tuo
letto e ti risvegli nel fiume, mangi il tuo cibo ed in cinque minuti è tutto pulito. Devo ringraziare l’amico
Marco che con le sue precise indicazioni e numerosi messaggi mi ha facilitato
la mia vacanza facendomi sentire a volte un po’ meno solo e la mia compagna,
diventata da poco moglie, che sa di non potermi avere tutto per lei ed accetta
la situazione. Del resto, chi mi ferma!? Non c’è riuscita nemmeno una colica
renale quattro giorni prima della partenza! Il dolore però è terribile. 
Partenza Giovedì 3 Agosto, direzione Kupa,
Croazia, sperando di poterci pescare la mattina successiva. Dopo aver superato
indenne la Romea, che di questi tempi è già un successo, mi ritrovo bloccato
in autostrada causa incidente tra due camion. Dormo incolonnato in autostrada
(W Il Camper!) dopo aver percorso in nove ore solo 200km. Un gran bell’inizio,
non c’è che dire! Nella mattina stessa situazione e mi serve quasi un altro
giorno per arrivare a Brod na Kupi, paesino croato di frontiera, situato in
una bellissima cornice boscosa alla confluenza tra Kupa e Kupica. La mattina di sabato pesco nel
Kupica, visto i livelli alti del Kupa causati dalle abbondanti precipitazioni
di quest’Agosto che si dimostrerà piovosissimo. Il Kupica è un bel torrente
popolato da fario, qualche iridee e molti temoli. Me lo sono pescato a
risalire, dal primo ponte alla confluenza con il Kupa, per circa due km, dapprima a ninfa,
visti i livelli altini, per poi passare alla secca nel pomeriggio quando i
livelli hanno cominciato a scendere
ed i pesci a bollicchiare. Dopo aver
catturato diverse trote e temoli sui 30-35cm ho avuto una gran bella ora a
valle del secondo ponte dove aggancio tre temoli sui 40 e, dopo una bella
lotta, slamo due “cose” molto grosse. La riserva, che si estende per 3-4km, è
tutta ben popolata anche se ho trovato più continuità di catture nella parte
medio bassa.
Il prezzo del permesso è di 21 €, vale
anche per il Kupa e si può comprare nel bar di fianco alla dogana. Alla
mattina mi sveglio dopo una meravigliosa dormita nel silenzio dei boschi ed
esco subito per vedere il Kupa. I livelli sono calati ma sempre altini e
l’acqua un po’ velata. Decido allora di provare la parte alta del Kupica e la
raggiungo con una bella camminata nel bosco. Il fiume si stringe leggermente,
il pesce diminuisce ma aumenta la taglia del temolo. E’ mattina presto e
d’attività a galla nemmeno l’ombra.
Monto la mia ninfa preferita ed alla
seconda passata aggancio un bellissimo temolo di 46cm. Nel tardo pomeriggio
pesco le lunghe lame del Kupa ma con scarsi risultati. Mi dicono che
ultimamente il fiume rende bene nella zona alta, vicino alle sorgenti,
ma io sono solo all’inizio della vacanza
e decido di spostarmi verso la prossima meta, il Gacka.
Arrivo ad Otocac nel pomeriggio e decido
di non pescare ma di farmi un giro in mountain bike. Il paesaggio è stupendo
ed il Gacka lo attraversa con curve lente e rilassanti. Mi trovo nella parte
bassa della riserva, dove l’acqua è molto profonda, in lontananza scorgo un
pescatore e decido di andargli incontro. Lascio la bici vicino ad un albero ed in prossimità di
gente che sta pulendo il fiume dalle alghe.
Il tipo è un canadese sganciatosi
per una giornata dalla famiglia al mare ed insieme chiacchieriamo un poco. Lui
parla dei suoi Salmoni ed io dei Temoli del Brenta e ad entrambi vien voglia
di pescare il fiume dell’altro. Lo saluto con un sentito “very good luck!”,
considerando che ancora non ha bollato. La mattina seguente mi sposto a monte,
dove la strada principale lo
attraversa, faccio i permessi
all’alimentari lì di fianco e comincio a pescare. Mi trovo subito spaesato in
questa grande risorgiva, sia per la mia scarsa tecnica di lancio, che per il
forte caldo estivo ed anche per la totale mancanza d’attività. Provo a ninfa,
a secca nei sottoriva ed a streamer. Nella prima parte della giornata cammino
molto, sprofondo in una buca davanti al vecchio Hotel infangandomi tutto e
prendo 0 pesci!!! Verso sera il Gacka mi regala qualche trota in ninfata e due
catture a streamer a buio pesto. Non è tanto ma sono contento, e forse ho
battuto il canadese! La mattina seguente piove a dirotto e decido di
approfittarne per trasferirmi in Bosnia. La strada è stretta ma il panorama è
molto bello. Donne locali vendono miele e marmellate. A Plitvice il tempo è
migliore così decido di visitare il famoso parco. Da pescatore solitario mi
trasformo in turista perfetto. Zainetto, merenda, macchina fotografica, sembro
vero. Solo un attento osservatore, vedendo il filo di bava che lascio
fuoriuscire alla vista dei pesci che bollano sui pezzi di pane, mi potrebbe
riconoscere. Il paesaggio è incantato, con i suoi laghi e cascate turchesi, ma
la densità di turisti è prossima a quella che si vede in
spiaggia a ferragosto quindi, visita
veloce e ripartenza per la Bosnia. Passo la frontiera dopo una minuziosa
ispezione doganale e subito è evidente la differenza. Si avverte la miseria
dalle case fatiscenti, negozi con poche cose in vendita, poche macchine nelle
strade. Tutto sembra più semplice e più rurale e soprattutto, dopo aver
passato Bihac, le tracce della guerra sono ben visibili sulle case abbattute o
mitragliate. Dormo sotto la moschea di Kljuc e mi sveglia la preghiera del
Muezzin.
Colazione
e via verso il Sanica a circa 10km dal paese. I livelli sono bassissimi così,
dopo circa due ore di pesca, decido di spostarmi sul Ribnik distante solo
qualche km. Parcheggio subito dopo il ponte che lo attraversa ed incontro due
italiani, di Prato, di ritorno dal Pliva. Due chiacchiere veloci e via a
cambiarci tutti e tre. I livelli sono bassi ma il fiume è pescabile. Il
Ribnik, così come altri fiumi bosniaci, è una via di mezzo tra una risorgiva e
un nostro Sangro con tratti molto lenti alternati ad altri torrentizi. A fine
giornata catturo diverse fario, di cui due sui 50cm e qualche temolo, sia a
secca che a ninfa e nel tardo pomeriggio assisto ad una bellissima schiusa di
baetis verdine che toglie ogni dubbio sulla quantità di pesce presente
in questo bellissimo fiume.
Alla sera mi concedo un bel piatto di trote e
verza in insalata (il tutto a 4€!) nel ristorante sul ponte e conosco Slavco,
un ragazzo bosniaco che mi racconta sugli anni bui della Bosnia-Erzegovina.
Bella
giornata.
Il giorno dopo pesco nella parte bassa
del Ribnik, poco più a monte della confluenza con la Sana e catturo diversi
temoli molto beli e combattivi. Al tramonto incontro i ragazzi di Prato ed
insieme peschiamo una bella lama a valle del ponte. Mi piacciono i toscani
perché hanno un’ironia tutta loro ed un dialetto che mette di buon umore.

Sono
contento di essere in Bosnia e d’aver superato le ansie ed i timori che avevo
prima della partenza, dovuti sopratutto a preconcetti sbagliati. La gente è
cordiale e molto dignitosa. La loro curiosità riguardo questo pescatore
straniero con questo “camion-casa” mi ricorda a volte la curiosità della gente
dei villaggi indiani. Il costo della vita è basso mentre quello dei permessi
di pesca per noi stranieri, che si aggira sui 20-30€ per le riserve, è
veramente uno schiaffo alla miseria. Purtroppo nelle acque libere la presenza
di pesce è molto ridotta giacché qua la gente pesca per mangiare. Alla fin
fine, penso, è quello che noi, PaM di riserve e NK, ci meritiamo: emozioni in
cambio di soldi. Solo 2-3 anni fa ero fermamente convinto di poter pescare
sempre e solo nelle zone libere e nei nostri torrenti appenninici. Da allora
mi sono già fatto corrompere tante volte… e chissà quante altre lo faro! Che
tristezza!!!
Il
12 Agosto raggiungo, dopo aver sbagliato strada diverse volte, il Pliva.
Bellissima risorgiva con diversi tratti a carattere torrentizio. Piove e tira
vento, ma ormai è ciò a cui questo agosto ci ha abituati. Aspetto il
guardapesca per il permesso, momentaneamente al riparo di una baracca sul
fiume vicino al ponte che delimita la parte bassa della riserva. Gli abitanti
del piccolissimo villaggio passando su e giù per il ponte, a piedi o con il
carretto trainato dal cavallo, osservano il camper ed il loro gesticolare
sembra voler dire: ”Come cazzo ha fatto ad arrivare fin qui con quel “coso” in
una stradina in cui a malapena passa un Fiorino?” Pesco a risalire ma mi devo
interrompere diverse volte per la pioggia.
Dopo
2-300mt una grossa corrente genera due buche molto profonde. I temoli che si
vedono sul fondo sono veramente enormi e con una ninfa molto piombata ne
riesco a convincere uno. Camminando sugli argini del Pliva mi sembra di essere
momentaneamente fuori del mondo. Qualche mucca al pascolo, nessun pescatore e
soprattutto un fiume stupendo tutto da pescare.
Nonostante il tempo impietoso riesco a
catturare una decina di pezzi ed a vedere dall’alto temoli veramente molto
grossi, ma inchiodati sul fondo. A malincuore, visto il persistere
della
perturbazione, la mattina dopo lascio le rive del Pliva dirigendomi verso
nord. Tutti i fiumi che incontro sono in piena, Una ed Unac compresi. Mi
rimane il Klokot che fuoriuscendo direttamente da una grotta potrebbe essere
pescabile. Lo raggiungo imboccando una stradina sterrata poco dopo Bihac che
le copiose piogge hanno trasformato in una pista da rally neo-zelandese. Là,
incontro nuovamente i due ragazzi di Prato ai quali offro un piatto di
maccheroncini al tonno, apprezzatissimi. E’ domenica ed il chiosco sul fiume è
pieno di pescatori locali e stranieri che aspettano la cottura dell’agnello.
Decido di pescare il giorno dopo e trascorro il tempo rimasto conoscendo
gente, bevendo birra e parlando di pesca. Conosco Edin, guida e pescatore di
Bihac, il quale mi spiega, tra una birra e l’altra, gli attuali rapporti fra
Bosniaci, Croati e Serbi e la solita intromissione degli americani nei già
difficili rapporti fra questi popoli. Verso sera, dopo aver visto costruire
diverse mosche valide secondo loro per il Klokot, apriamo le nostre scatole di
mosche. Il mio Lethal
Weapon alletta l’amico di Edin, un ricco
Croato di Zagabria con figone biondo al seguito, il quale mi propone lo
scambio con 7 ninfe cecoslovacche più tre secche. Accetto! Il giorno dopo
pesco nel Klokot e catturo diverse iridee e conosco il Sig. Gatti con
consorte, accanita pescatrice pure lei. Il posto non mi ha entusiasmato ma può
essere una valida alternativa quando gli altri sono in piena. Mi rimangono
ancora quattro giorni, ed ecco affiorare un pensierino: la Savinja in
Slovenia. Dopo un lungo viaggio di trasferimento eccomi qui, ai confini con
l’Austria, tra bellissime montagne e con un fiume in perfetta forma: non piove
da oltre due giorni. Compro il permesso a Liubno e mi sistemo con il camper a
Luce in uno spiazzo proprio sopra al fiume. Spaghettino, due plecotteri al
morsetto, qualche pagina di lettura, copertina di lana e via a sognare i pesci
del giorno dopo. Questa è vita!
La
mattina pesco dal ponte di Luce a risalire catturando trote e temoli medio
piccoli. Nel pomeriggio pesco a scendere con plecotterini e parachute e
risalgo per 1km anche l’affluente, il Lucnica, allamando temoletti piccoli. Il
tramonto mi regala tre temoli dai 40 ai 45cm. Il giorno dopo scendo in camper
verso Ljubno e pesco un’ora sotto la pensione dove fanno i permessi, rompendo
con lo 0,16. Poi mi sposto 2 km a monte e comincia la più bella pescata di
temoli della mia breve carriera di PaM.
Tutti
pesci dai 35 ai 45cm catturati con plecotterini sul 20 al ritmo di una salita
ogni lancio. Dopo tre ore mi fermo con il braccio indolenzito, anche perché la
portata d’acqua è tanta e questi temoli tirano come dannati. Verso sera
ridiscendo verso Ljubno e pesco nel tratto Nk sopra il ponte. Stessa musica,
temoli anche più grossi e tutti a secca! Incredibile giornata. Il permesso
costa 40€ e si può fare sia a Luce che a Ljubno. La mattina dopo “scrocco” 2-3
ore di pesca senza permesso e poi parto verso il campeggio sulla Sava a Bled.
Ho bisogna di una doccia come si deve dopo troppi giorni di lavate
approssimative.
Passo
l’ultimo giorno della mia vacanza nella parte alta della Sava Bohinca ma con
scarsi risultati. Il temolo è fermo, le piccole iridee sono talmente
infestanti da rompere i coglioni ed io, ancora troppo gratificato
dall’esperienza sulla Savjnia, pesco male e svogliato. Prima di partire
aggancio un “mostro” a streamer che dopo una breve lotta mi rompe lo 0,20 e…
fine della vacanza.
Che dire, tanti fiumi nuovi, più o meno
pesce e gente conosciuta qua e là. Una bell’esperienza che mi ha rafforzato e
reso più consapevole dei miei limiti, come uomo e come pescatore. Insomma, una
gran bella Zingarata Balcanica!
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