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Binomio
ben peggiore del più famoso "diritti e doveri" nel quale da
una parte diamo ma dall'altra riceviamo. Se sostituiamo diritti con passioni ed
inquadriamo la nostra vita sotto questo punto di vista ci rendiamo conto del
perché andiamo spesso in affanno. Siamo subissati di impegni
"dovuti", il lavoro, la famiglia, l'impegno sociale, le futilità di
cui ci contorniamo ma che ci rubano forzatamente ugualmente tempo. La nostra
educazione, un senso del dovere che abbiamo innato (e poi siamo padri di
famiglia) ci spinge ad impegnarci in tutto ciò. Allo stesso tempo una pulsione
ancora più profonda, atavica, primordiale, che risiede forse nel nostro DNA,
che noi chiamiamo passione, ci chiede continuamente ed inesauribilmente di
essere soddisfatta, tanto forte da farci assumere tutti quegli atteggiamenti
irrazionali a cui siamo talmente abituati da non riuscire più a discriminare.


Quante
volte ad esempio ci è capitato a pesca di attraversare un fiume impetuoso
rischiando di essere travolti dalla corrente, passare intere giornate al freddo
o sotto l'acqua solo perché qualche stupido pesce continuava a bollare o
quanti
km ed ore di guida alla ricerca di un improbabile fiume dell'eden? E' facile per
noi accettare la nostra irrazionalità in quanto ci conviviamo da sempre.
Mettetevi per un attimo nei panni dei nostri interlocutori quando magari
tentiamo di convincerli che "si ho fatto 600km(300+300) ho pagato 100.000
lire di permesso, c'erano i pescatori fitti come le mosche, però nei 25 minuti
che il pesce ha bollato mi sono proprio divertito, peccato che in quel momento
siano passati due gruppi numerosi di canoe e gli unici pesci che ho catturato
erano iridee spinnate" (della fogna che sboccava proprio li vicino già
avevamo evitato di rammentare).
Spesso
tutto ciò è anche a discapito dei rapporti familiari, la moglie s'incazza
perché non siamo mai a casa, ai figli manca la figura paterna (la psicanalisi
ci ha stampato tonnellate di libri e gli analisti continuano ad arricchirsi su
questo punto) o bene che vada si ammalano della nostra stessa malattia. I primi
sintomi evidenti li hanno verso i dodici anni, mentre i ragazzini normali
sfogliano Play boy e si fanno le "pippe" vostro figlio
passa intere giornate consultando cartine idrografiche o riviste di pesca
e si fa delle mosche. Anche il lavoro è inficiato dalla nostra passione, vi
garantisco che non farete mai carriera se non potete rimanere oltre l'orario
perché "sai come è verso sera due lancetti li devo pure fare" o se
fate un po' troppe assenze primaverili.
Quando
torno a casa a sera tarda, dopo un’intera giornata di pesca mi capita spesso
di essere assalito dal rimorso di non passare abbastanza tempo coi miei cari.
Una sera in preda a questi pensieri ho detto a mia moglie: “Cara. Sono una
merda.”
“E stai sul tappeto persiano?” mi
ha risposto di rimando
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