Vademecum del principiante

Marco Sportelli

 

 

La mia prima volta sul PiaveAnche quest’anno il corso per principianti è ormai giunto al termine e prima del battesimo dell’acqua mi sembra doveroso spendere una paginetta del notiziario per renderli edotti su quello che realmente li aspetterà sul fiume.

Attrezzatura

La canna. La prima canna deve essere sempre a buon mercato. Sono quelle che generalmente nel negozio di pesca le trovate in piedi, dentro ad un cesto di plastica, assieme ai retini per granchi od ai bastoni da montagna. La sua caratteri-stica fonda-mentale è il portamulinel-lo: una prima canna che si rispetti ha sempre la ghiera del portamulinello che si stacca irreparabilmente la prima volta che catturate un bel pesce, lasciandovi a combattere la bestia con la canna in una mano ed il mulinello nell’altra. Dopo che avrete fatto qualche uscita sentirete la necessità di liberarvene.

·         “dimenticarla” distrattamente sui cespugli

·         farla cadere “accidentalmente” in un torrente impetuoso

·         “schiacciarla” tra il portellone dell’auto

·         “regalarla” ad un extracomunitario

 sono tutte scuse accettabili per entrare in negozio e sputtanarvi un sacco di soldi nell’acquisto di una nuova.

Mulinello. Potete fare capo a due scuole di pensiero:

Antichi mulinelli da mosca (foto M.Mularo)- gli economi, che asseriscono che sia solo un supporto per la coda e quindi con nessuna finalità di pesca

- i tecnicisti, che usano solo quelli in alluminio aerospaziale e doppia frizione in kevlar e sono pronti a ridere di voi non appena, provando a recupe-rare un grosso pesce, vi ritroverete nelle mani solo un mucchio di latta e viti arrugginite.

A differenza dei mulinelli da spinning che sembrano sempre più delle NIKON da 35mm, il look dei mulinelli da mosca è rimasto fondamentalmente invariato nel tempo: assomigliano straordinariamente allo scarico del lavello da cucina.

A pesca

Cercate un buon posto di pesca. Un buon posto di pescaKupa: vaste lame di acqua lenta e trasparente richiedono un cauto approccio. avrà trote che saltano e bollano su mosche che non assomigliano a nulla di ciò che avete nella vostra scatola di artificiali. Entrate in acqua. Anche se lo farete con la massima calma, si spa-venteranno nel raggio di un miglio. Rimanete immobili fino a quando ricominceranno a bollare. Mentre aspettate provate a ricordare tutte le nozioni di entomologia che avete appreso al corso.

Dopo aver costatato che non sapreste spiegare la differenza tra un emergente di effimera ed un sottomarino scegliete una mosca a caso dalla vostra scatola e legatela al finale. Noi esperti invece controlliamo attentamente sotto ai sassi gli insetti presenti e dopo aver appurato, ad esempio, che le pupe di rhyacophila sono prossime alla schiusa, ed esserci complimentati con noi stessi pensando che ormai le trote non avranno più scampo, cerchiamo nella scatola una bella royal coachman e la leghiamo al finale. 

Il lancio

 

Lanciate la coda indietro, poi accelerando il movimento in avanti dovreste sentire un aumento di tensione, probabilmente avete agganciato un ramo alle vostre spalle, se così non fosse state "caricando” correttamente la canna, e se la mosca passandovi a fianco non vi si conficca in qualche sporgenza (un orecchio per esempio) è probabile che si posi in acqua dove voi volete. Complimenti! Ma ricordatevi: le trote non si lasciano impressionare dalla vostra abilità di lancio, così non aspettatevi delle catture gratuite. Avete pescato tutto il pomeriggio su quella maledetta che continuava ininterrottamente a bollare, alternando tutti gli artificiali ed utilizzando tutti i tipi di lancio che conoscete per combattere il dragaggio, ma siete riusciti a malapena ad ottenere qualche rifiuto. Siete delusi e con la canna sulla spalla state camminando verso riva per tornarvene a casa quando, ormai sulla sponda, quella trota vi passa tra gli stivali e si getta a ghermire la vostra mosca lasciata inavvertitamente a sfiorare l’acqua.

Bingo!

Fario cm43.  fiume MarecchiaSiete in azione, pronti a recuperare il mostro. Chissà perché le trote non si dirigono mai su dei banchi di sabbia ma sempre solo verso rami e sassi t aglienti. Vi occorre un guadino. Il modo più comodo per trasportare il guadino è di appenderlo alla schiena con un avvolgitore a molla od un elastico. Unico inconveniente: camminando lungo il sentiero spesso si aggancia ai rami e prima che ve ne possiate accorgere riparte verso di voi a 100km/h deformandovi permanentemente la colonna vertebrale.

Per guadinare correttamente una trota inseguitela selvaggiamente lungo il fiume fino a farla crepare dallo spavento, o buttatela sulla riva e lanciategli sopra il guadino. Bagnatevi accuratamente le mani prima di toccarla, se è ancora viva si potrebbe rovinare il muco, slamatela con le pinze e sollevandola per una branchia mostratela ai vostri amici increduli.

  Ora siete dei veri pescatori a mosca.